La Trappola dei Buoni Fruttiferi Postali

I Buoni Fruttiferi Postali sono, nell’immaginario collettivo, associati all’idea di semplicità e convenienza. Questa immagine rassicurante dei Buoni Fruttiferi Postali ha dato origine a diversi prodotti bancari con nomi e caratteristiche che in qualche modo richiamano il caro vecchio buono fruttifero. Ma sono vantaggiosi?

I Buoni Fruttiferi Postali sono considerati da qualcuno addirittura il miglior investimento disponibile per il piccolo risparmiatore. Ma i Buoni Fruttiferi Postali sono tutt’altro che convenienti e spesso neanche semplici. Le Poste continuano a vivere di rendita sull’immagine rassicurante dei Buoni Fruttiferi, facendo leva soprattutto su quella che risulta essere l’unica peculiarità interessante, ossia la garanzia sul capitale, venduta però a caro prezzo.

I Buoni Fruttiferi Postali (BFP) si confermano una delle scelte preferite dai risparmiatori italiani. Vivono del successo di epoche economico finanziarie che non esistono da tanti anni. Chi non ha mai sentito i propri conoscenti parlare di capitale raddoppiato nei primi anni 80?

I risparmiatori, a causa dalla scarsa educazione finanziaria e per la mancata assistenza di un consulente patrimoniale,  ancora non sono consapevoli che quel mondo non esiste piu’ e la gestione dei propri risparmi va programmata con l’aiuto di un esperto di fiducia.

Nel 2012 il 5,6 % delle famiglie  deteneva investimenti in Buoni Fruttiferi Postali, e il valore totale di questi ammontava a 213 miliardi di euro.
Questo enorme successo è totalmente spiegato dalle caratteristiche del prodotto oppure c’è anche dell’altro?

I Buoni Fruttiferi sono associati a un’idea di sicurezza, perché permane negli italiani un senso di fiducia nelle Poste e di semplicità perché i Buoni Fruttiferi dovrebbero essere pensati per rispondere alle esigenze del piccolo risparmiatore.

Analizzando l’offerta di Buoni Fruttiferi Postali sottoscrivibili ad oggi emerge un fatto: i Buoni Fruttiferi non sono più così semplici come tutti credono.

L’offerta di prodotti di risparmio postale ha subito negli anni la stessa sorte toccata a molti prodotti finanziari, vedendo un progressivo complicarsi e allontanandosi dalle più basilari esigenze dei risparmiatori, ossia di avere uno strumento economico ed efficace per preservare il proprio capitale, al netto di tasse e inflazione.

Questi prodotti hanno una durata massima ventennale e offrono rendimenti crescenti nel tempo riportati in tabella.

Esistono anche Buoni Fruttiferi pensati per un orizzonte temporale più breve, come il BFP di Diciottomesi, con il quale potrei avere un rendimento reale negativo, data l’attuale inflazione.

Un’altra, convincente, spiegazione dell’enorme diffusione di questi strumenti è la presenza capillare degli uffici postali sul territorio nazionale e il ruolo centrale che questi hanno nella vita finanziaria di molti cittadini, soprattutto per l’universo dei pensionati e nei piccoli centri e nelle zone rurali.
Sembra quasi che le Poste abbiano preso il vizio di tante banche, di approfittare della propria centralità nelle scelte finanziarie dei clienti, per vendere loro prodotti di investimento che fanno piu’ gli interessi del venditore che non del risparmiatore.

Di questi tempi in cui i tassi sono estremamente bassi, gestire in maniera efficiente i propri capitali, anche se contenuti, potrebbe richiedere decisioni quali ad esempio investire amplificando la diversificazione, anche in valuta, o allungare l’orizzonte temporale dell’investimento.

È importante dunque valutare quali sono le proprie esigenze, quale la propria propensione al rischio e quale l’intervallo di tempo su cui si ritiene poter investire. Ognuna di queste riflessioni è però totalmente accantonata dalla ricerca spasmodica dell’investimento senza rischio da parte dei risparmiatori e dall’offerta di sicurezza, venduta a caro prezzo (o a bassi rendimenti) da parte degli operatori del settore.

 



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